A Chiaravalle, la Tonda di Calabria bio, tra le risorse agroalimentari protagoniste di un tavolo tematico promosso dal Gal “Serre Calabresi”

“Verso il distretto del cibo delle Serre Calabresi” è stato l’argomento filo conduttore di un tavolo tematico promosso e organizzato, a Chiaravalle, dal Gruppo di Azionale locale.

Di risorse agroalimentari e della loro potenzialità di sviluppo per un ampio territorio si è parlato in un confronto a più voci che ha spaziato in particolare dalle nocciole, al miele, alle castagne.

Sulla necessità di riconoscere il giusto prezzo ad un prodotto di qualità, si espresso il presidente del Gal “Serre Calabresi”, Marziale Battaglia. Un risultato che può essere raggiunto – ha spiegato ­ – mediante la trasformazione e l’apertura di botteghe del contadino, attraverso il coinvolgimento di aziende recettive e di ristorazione, rendendo al contempo con tali iniziative più attrattivo il territorio per i visitatori. Una riflessione che vale anche per la Tonda di Calabria bio, uno dei prodotti di punta dell’area Gal.

Francesco Scalfaro, presidente del Distretto rurale “Serre Calabre”, recentemente riconosciuto dal Ministero dell’Agricoltura anche come Distretto del cibo, si è espresso sulla necessità di mettere in rete i prodotti, di creare filiere, di porre in essere strategie differenti per filiere diverse, di legare i prodotti ai vari aspetti del territorio e sull’importanza di far capire all’utente finale (ospite, turista o cittadino) quali elementi conferiscono valore, il che richiede un approccio innovativo anche in termini d’informazione.

Il presidente onorario del Consorzio Valorizzazione e Tutela Nocciola di Calabria, Piero Martelli, ha evidenziato l’intraprendenza dei produttori che dal nulla sono riusciti a far conoscere il proprio prodotto in tutta Italia e ad approdare anche all’estero, la volontà di puntare sul biologico, la necessità di continuare ad investire sulla produzione e sull’innovazione. «Abbiamo studiato i sistemi di produzione di altre regioni, ma abbiamo bisogno ancora di investire per aumentare la quantità del prodotto, passaggio che non può avvenire se non con il coinvolgimento delle famiglie, come avveniva in passato e che sono un elemento strategico per recuperare tutti quei terreni che sono stati abbandonati. Si aumenterebbe l’indotto per il territorio, creando ulteriori fonti di reddito per le comunità locali. Ciò rappresenterebbe anche un’azione di contrasto allo spopolamento dei centri interni. Sarebbe la realizzazione di un sogno, ma anche di un complesso progetto che richiede una visione nuova, ma confidiamo nella forza di una realtà, il Consorzio, che si confronta su vasti orizzonti e ha portato alto, negli anni ed in importanti contesti, il vessillo della Calabria». Con entusiasmo ha evidenziato l’attenzione del mondo della scuole per il territorio, nelle quali si formano le professionalità, più volte coinvolte in iniziative legate al settore corilicolo.

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