Innovazione tecnologica, sviluppo rurale e delle aree interne, i temi al centro del workshop, organizzato a Badolato, dal Gal “Serre Calabresi”

Cambiamenti climatici, impatto sull’agricoltura, strategie di mitigazione, innovazione tecnologica, agricoltura di precisione, problematiche e sfide su scala mondiale, priorità e opportunità derivanti del programma Horizon Europe, circolarità nella filiera di produzione, sono tra le principali tematiche affrontate nel corso del workshop, tenutosi a Badolato ed organizzato dal Gal “Serre Calabresi”.

L’appuntamento dedicato ad “Innovazione tecnologica e sviluppo rurale. Il ruolo dell’Itc nella crescita delle aree interne”, ha chiuso il ciclo di incontri organizzati, nell’ambito del Psr Calabria 2014/2020, misura 1.1.1 relativa al sostegno alla formazione professionale.

Un appuntamento accreditato dal Consiglio dell’Ordine nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali per la formazione dei propri iscritti ed aperto anche a quanti a vario titolo hanno interesse ad investire in agricoltura e nello sviluppo delle aree interne.

A portare i saluti dell’amministrazione comunale, Pia Russo, assessore alle Politiche sociali.

Il presidente del Gal “Serre Calabresi”, Marziale Battaglia, ha spiegato la scelta di voler far tappa con il seminario formativo proprio a Badolato, innanzitutto in quanto centro importante per il comprensorio del Basso Ionio catanzarese. «Il territorio del Gal è abbastanza vasto. Conta una quarantina di comuni. Svolge la sua attività da quasi 25 anni e si occupa di sviluppo locale principalmente mediante la misura 19 del Psr. Crediamo che le aree interne possono avere una rinascita con il nuovo mercato che si sta delineando. Badolato è un paese che si distingue per la sua esperienza di accoglienza, per la presenza di turisti e viaggiatori stranieri, soprattutto provenienti dal Nord Europa». Badolato, nell’ambito della Snai (Strategia Nazionale per le Aree Interne), è classificato come Area Interna che ha individuato con successo la sua strada per contrastare lo spopolamento.

Sulla necessità di investire nell’acquisizione di competenze, ha proseguito «il Gal è accreditato per i corsi di formazione, in quanto riteniamo che essa sia importante per gli imprenditori che hanno deciso di intraprendere una propria attività agricola o di portarne avanti una di famiglia. Molti giovani negli ultimi anni hanno visto nell’agricoltura il loro sbocco lavorativo, in contrasto con l’idea di arretratezza della realtà rurale, propria di un antico retaggio culturale. Se uniamo l’agricoltura all’ospitalità si può avere una grande occasione di promozione del territorio. Penso al turismo esperienziale che sta sempre più prendendo piede. Penso, qui a Badolato, alla Riviera Borgo degli Angeli, nostro partner in un importante progetto finanziato dal Ministero del Turismo per la creazione di una nuova destinazione turistica in area montana. Per dare vita a nuovi progetti occorre fornire servizi e creare nuove figure. La tipicità di un territorio va trasformata in unicità. Si può vivere di agricoltura, ospitalità e cultura in questi luoghi di straordinaria bellezza. Bisogna recuperare le tradizioni del passato con una cultura moderna, sia di informazione che di comunicazione. Bisogna far valere la qualità dei prodotti, per ottenere il giusto prezzo. Da diverso tempo stiamo puntando sulla trasformazione e tentando una serie di strade per i nostri giovani».

Ha ricordato come ben 78 siano state le domande pervenute in adesione al bando, rientrante nella misura 4.1.1 del Pal Spes, relativo al sostegno alle imprese del territorio rurale per la riscoperta delle colture antiche e per migliorare la competitività delle produzioni agricole e zootecniche.

L’agronomo Thomas Vatrano, è intervenuto su tre direttrici di argomenti “L’agricoltura di precisione”, “L’oliveto fra tradizione e innovazione” e “Innovazione sempre più al centro della politica agricola”.

«Per agricoltura 4.0 si intende tutto il complesso di strumenti e strategie che permettono di utilizzare in maniera sinergica una serie di tecnologie digitali 4.0 le quali, a loro volta, permettono la raccolta automatica, l’integrazione e l’analisi di dati provenienti dal campo, dai sensori o da altra fonte terza. Lo scopo è di aumentare la profittabilità e la sostenibilità economica, ambientale e sociale dei processi agricoli. Adottare soluzioni 4.0 significa evitare gli spechi, avere maggiori controlli sui costi di produzione e riuscire a pianificare con molta precisione tutte le fasi di coltura, semina e raccolta e migliorare la tracciabilità della filiera».

Ha ancora spiegato come l’agricoltura 4.0 e l’agricoltura di precisone diano una mano per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Il bacino del Mediterraneo sta attraversando questo trend di cambiamento globale. Tra le piante più bersagliate l’ulivo.

«Il bacino del Mediterraneo è molto ricco ed è caratterizzato da una moltitudine di varietà. Sulla base delle stime della Divisione di Produzione e Protezione vegetale del Germoplasma di Olivo della Fao (2010), il germoplasma mondiale contiene più di 2629 varietà diverse. L’Italia vanta una biodiversità olivicola unica al mondo: secondo il Registro nazionale delle varietà delle piante da frutto. Il Germoplasma italiano annovera 737 varietà di olivo» ha informato. Anche la Calabria, terra d’olio da tempi immemorabili, possiede un numero significativo di varietà. Ha relazionato anche in merito all’ evoluzione dell’ulivo dagli anni ’50 ad oggi, su olivicoltura innovativa e salvaguardia della nostra biodiversità, su innovazione tecnologica in agricoltura relativamente all’evoluzione dei frantoi e agli strumenti di potatura.

Nella sessione pomeridiana l’intervento di Gregorio Muzzì, esperto in sviluppo locale su “Economia digitale e sviluppo rurale”.   

«La crisi del Covid – ha osservato – ha fatto emergere il ruolo e l’importanza della digitalizzazione come fattore di resilienza sociale e di sviluppo economico. La sfida della digitalizzazione rurale è orientare lo sviluppo della tecnologia partendo dai problemi, dalla specificità delle condizioni del territorio».

Si è soffermato sulle linee di azione che connotano l’impegno del Gal sul territorio: il Piano di azione locale Spes al 2014-2020/2021-2022, il Piano di formazione integrata 2018-2019, la Strategia Area interna Versante ionico Serre, il Distretto rurale delle Serre Calabresi, la cooperazione transregionale e transnazionale, la proposta della costituzione del Distretto turistico Riviera e borghi degli Angeli, il progetto Montagne del Sole. Nello specifico del Pal sono stati previsti interventi mirati all’innovazione che hanno dato vita a start up ed in particolare Innovalia, quale incubatore di idee per la crescita sociale ed economica.

Ci sono poi: il progetto “Centro di cultura rurale – Ce.R.”, a gestione diretta del Gal, con l’obiettivo di promuovere e diffondere la cultura rurale mediante un’azione integrata e strutturata di informazione e formazione; il progetto Te.C (Territorial Center), un luogo fisico e virtuale nel quale si svolgono attività di informazione, comunicazione, partecipazione e ricerca sui temi della ruralità; “Cedin. Centro di documentazione intergenerazionale e interculturale” che sostiene progetti proposti da enti pubblici, finalizzati all’introduzione, al miglioramento o all’espansione di servizi a carattere sociale e culturale per ridurre il grado di isolamento delle popolazioni rurali.

Emanuele Spada, agronomo si è soffermato su “Horizon Europe”, il Programma quadro dell’Unione europea per la ricerca e l’innovazione per il periodo 2021-2027, un vasto programma di ricerca e innovazione transnazionale, a gestione diretta dalla Commissione europea. In particolare oggetto dell’intervento è stato la priorità, relativa ad Alimentazione, bioeconomia, risorse naturali, agricoltura ed ambiente.

Una priorità che, ha riferito Spada, «mira a ridurre il degrado ambientale, arrestare e investire il declino della biodiversità sulla terraferma, nelle acque interne e nel mare e gestire al meglio le risorse naturali attraverso cambiamenti trasformativi dell’economia e della società nelle aree urbane e rurali», che riguarda anche la sicurezza alimentare e nutrizionale, la transizione verso un’economica circolare a bassa emissione di carbonio. A proposito di economia circolare ha portato l’esempio di un’azienda olivicola osservando: come oggi si stia passando dalle aziende multifunzionali a realtà multidimensionali, come in un contesto globalizzato tutto ciò che riguarda il mondo riguarda tutti.

Il consigliere del Gal “Serre Calabresi”, delegato al Pal, Francesco Scalfaro ha considerato come il Gruppo di azione locale, forte dell’esperienza acquisita, sia nelle condizioni di allargare i propri orizzonti, attingendo anche alle misure gestite direttamente gestite dalla Comunità Europea. «C’è innovazione anche in questo» ha evidenziato.

Dopo quest’esperienza, a Badolato, sarà organizzato un nuovo appuntamento, è stato comunicato dal Gal. Ad oggetto il disciplinare di produzione del “mostazzolu”, dolce tipico del luogo.

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